Anno: 1997
Colore: A colori
Durata: 128
Titolo originale: Starship troopers
Formato: Wide screen
Produzione: Alan marshall, jon davison.
Distribuzione: Buena vista international italia - touchstone home video
Origine: Stati uniti
Tratto da: Romanzo "Starship troopers" di robert a. heinlein
Riedizione: No
"Originale ed emozionante fumetto avventuroso dell'estroso olandese Paul Verhoeven, che fa largo uso di ironia oltre che di effetti davvero speciali, nella spettacolare guerra fra i soldati spaziali e l'orripilante congrega di cimici, ragni, mosche ricostruiti al computer. Avvertenza: non andare a cercare significati reconditi, limitatevi a guardare". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 26 novembre 2001)
"Al di là delle letture ideologiche e dei rimandi ai generi più popolari dell'entertainment americano, compreso il western, 'Starship Troopers', fanteria dello spazio è un colorato fumetto spaziale, un divertente, sanguinolente giocattolone in cui rivive l'antica inimicizia tra fanti e avieri. Naturalmente fantastico per i trucchi bavosi, per i panorami digitali dell'infinito e per l'orrore dell'insettone super kafkiano, il racconto sta ai minimi termini psicologici, con un romanzetto sentimentale gestito da ragazzi belli e inespressivi. Interessa a Verhoeven la paura di un futuro omologato, come in 'Robocop', predisposizione genetica alla dittatura. Poiché da buon europeo cita Platone, speriamo che tutto resti nel mondo delle idee cinematografiche." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 marzo 1998)
"Certo, il regista fiammingo di 'L'amore e il sangue' va giù pesante; come satira era mille volte più sottile il 'Mars Attacks!' di Tim Burton. Ma se 'Starship Troopers' non diverte, o forse diverte solo gli spettatori più perversi, ottiene un effetto forse ancora più raro: fa paura. Proprio perché ci mostra bruscamente di che pasta son fatte le immagini di cui ci cibiamo ogni giorno. Il tutto con un fragoroso giocattolone che racconta; di giovani spediti su un lontano pianeta a combattere aracnidi giganti e bacarozzi lanciafiamme a colpi di eroismo e di atomiche. camerateschi paesaggi aridi che fanno un po' western un po' Desert Storm. E una, assenza di coscienza, dubbi, morale, tanto negli uomini quanto negli aracnidi, davvero da brivido." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 marzo 1998)
"Paul Verhoven ('Robocop', 'Atto di forza', 'Basic Instinct') trasferendo il romanzo sullo schermo ne ha rispettato in apparenza le intenzioni e le cifre ma le ha esasperate in modo tale da rivelare in più momenti dei risvolti se non caricaturali certo parodistici. L'addestramento dei militari, ad esempio. Per un verso cita volentieri i film analoghi dei Cinquanta ma, per un altro, trasforma i loro impegni nazionalistici in una sorta di revival dei rituali nazisti con emblemi, uniformi e aquile stilizzate. Una trovata, dosata con furbizia e seguita sempre con estro. Cui, subito dopo, si accompagna la Grande Guerra ai Bugs: con tutti gli effetti speciali chiamati in frotta per ottenere risultati orripilanti fino al disgusto: ma con efficacia e, pur negli eccessi, sempre dosati senza mai strafare. Un film curioso, perciò, che dovrebbe piacere anche ai cinefili per le tante parodie dei vari generi cinematografici che qua e là si affacciano tra le sue pagine. Perfino il western, rifatto sul Pianeta delle Cimici." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 marzo 1998)