Anno: 1988
Colore: A colori
Durata: 123
Titolo originale: Always
Formato: Panoramica
Produzione: Steven spielberg - frank marshall - kathleen kennedy
Distribuzione: Uip (1990) - cic video - dvd: columbia tristar home video
Origine: Stati uniti
Tratto da: Racconto "A guy named joe" di chandler sprague e david boehm
"'Always - Per sempre' è un film incantevole e stupidissimo. Anzi, è proprio la conferma che il cinema-cinema, quello che i francesi chiamano 'se vrai cinéma la', per toccare il cuore, deve essere un po' stupido. Tento di usare l'aggettivo nell'accezione più affettuosa, come si dà dello stupido a qualcuno che si ama. Ma la maggioranza dei critici americani ha decretato che il film è stupido senza sfumature. Quasi sempre infallibile nelle scelte, stavolta Steven Spielberg produttore e regista ha sbagliato: incassi scarsi in USA e Inghilterra, Oscar zero e un noioso strascico legale per i diritti d'autore di una sceneggiatura che nasce dal travaglio di una decina di scrittori." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 31 Marzo 1990)
"Per dirla secca, è una storia di fantasmi, una categoria del fantastico che fu a iosa coltivata nel cinema tra le due guerre, fino ai primi anni 50. 'Un fantasma cinematografico è un fantasma garantito perché è fotograficamente vero...' scriveva Roger Manvell. Nel far riscrivere la storia, Spielberg l'ha aggiornata, trasferendola tra i piloti d'aerei antincendio. La prima parte del film, quei quaranta minuti che precedono la morte eroica dello spericolato eroe, è per me una delizia: la capacità di dare vita al microcosmo della base aerea; i battibecchi amorosi tra quel sornione di Dreyfuss e la bravissima (fin troppo) Holly Hunter ('Dentro la notizia'); la colorita caratterizzazione dei personaggi di contorno (il buffo grassone di John Goodman) la grande scena di Dorinda, con l'abito bianco, l'efficacia delle riprese aeree e degli effetti speciali nel sorvolo a bassa quota dei boschi in fiamme, qualche momento magico nell'uso della luce e del colore sono altrettante conferme della perizia con cui Spielberg sa riscattare per virtù di stile un materiale narrativo in cui gli stereotipi pullulano." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 4 Aprile 1990)
"I sentimenti, l'amore, ma anche la gelosia e l'amicizia, si seguono perplessi perché non risparmiano gli effetti queruli, privilegiano il patetico, si diluiscono in dissertazioni continue sul bene, il male, gli spiriti buoni, i morti da non legar troppo alla terra con i nostri ricordi ed altre cose in sé giuste. Restano gli interpreti. Richard Dreyfuss, al posto di Spencer Tracy, fa rimpiangere chi lo ricorda, ma riesce a darsi un contegno, specie quando lo invade la gelosia, la donna che vorrebbe amare sempre (always dice il titolo), è Holly Hunter, senza grande fascino (per questo, forse, guida aeroplani), il pilota da proteggere è Brad Johnson, una faccia nuova, figlio, ci dicono, di un cow-boy dell'Arizona. E' presto per giudicarlo. Da citare anche come 'messaggera celeste', Audrey Hepburn, ma ahimé gli anni le pesano." ('Il Tempo', 31 Marzo 1990)