Anno: 2003
Colore: A colori
Durata: 134
Titolo originale: The core
Formato: Wide screen
Produzione: Core prods. inc., horsepower films
Distribuzione: 01 distribution
Origine: Stati uniti
"Meno coatto e divertente di 'Armageddon', 'The Core' sconta l'astrusa scientificità della sceneggiatura e un cast poco adatto per un popcorn movie. Aaron Eckhart, attore sofisticato per Neil Labute, è a disagio nel ruolo di eroe, mentre Stanley Tucci in versione canuta è la parodia di Peter Sellers. Il resto è fin troppo canonico: scaramucce tra scienziati alla 'lei non sa chi sono io', decimazione della squadra e corsa contro il tempo. L'inglese Amiel è più bravo quando dirige storie scherzose ('L'uomo che sapeva troppo poco', 'Entrapment'). Effetti speciali piuttosto scadenti". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 18 aprile 2003)
"Trentadue portatori di pacemaker muoiono di colpo a Boston, il Golden Gate di San Francisco crolla uccidendo migliaia di persone, nuvole fitte di piccioni invadono il centro di Londra, fulmini e saette attaccano a Roma il Colosseo e l'Altare della Patria. Il film è piacevole per la semplicità, per l'ingenuità avventurosa". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 18 aprile 2003)
"Grande occasione per il regista John Amiel di ammucchiare uno svariante caleidoscopio di immagini da cinema astratto. Il tutto roboante e un po' noioso, tanto da far rimpiangere gli speleologi ciabattoni del 'Viaggio al centro della terra' (1864) di Verne". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 19 aprile 2003)
"Adesso era un po' di tempo che ci venivano risparmiati: dal 1998 per la precisione, quando uscirono 'Deep Impact' e 'Armageddon'. Rispetto a quei titoli, già poco memorabili, il film di Amiel è costruito con meno ritmo e con mezzi economici inferiori; anche se si sforza di valorizzare al massimo gli effetti speciali, che prevalgono rapidamente sulla regia. Il cast non è affatto male, ma ha pochissime armi per contrastare i trucchi in questione; anche perché le parti dei vari personaggi sono più abbozzate che veramente scritte". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 aprile 2003)
"Viaggio al centro della terra, ma al posto della fantasia immaginosa e arcaica di Jules Verne c'è una produzione techno squattrinata (si fa per dire, in rapporto ai colossal da 100 milioni di dollari). (…) E' un cinema digitale maldestro, ma anche simpatico, che ci porta davanti a una macchina nucleare traforatrice che ha il gusto della fantascienza ottocentesca trasposta nel 2000. Il regista Amiel ('Sommersby') ha il turbo, ma è anche capace di chiarire i passaggi tecnici, lasciando uno spiraglio di verosimiglianza". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 19 aprile 2003)
"Aaron Eckhart, attore sofisticato per Neil Labute, è a disagio nel ruolo di eroe, mentre Stanley Tucci in versione canuta è la parodia di Peter Sellers. Il resto è fin troppo canonico: scaramucce tra scienziati alla 'lei non sa chi sono io', decimazione della squadra e corsa contro il tempo. L'inglese Amiel è più bravo quando dirige storie scherzose ('L'uomo che sapeva troppo', 'Entrapment'). Effetti speciali piuttosto scadenti". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 25 aprile 2003)