Il giovane John Baker jr. sta concludendo la carriera scolastica e, senza entusiasmo, si appresta a seguire il padre nella sua già avviata attività commerciale. Tutto cambia il giorno in cui John soccorre Patty, caduta da cavallo in campagna, ne subisce il fascino, e decide di portarla nella sua stanza nel dormitorio del collegio, rischiando molto nei confronti dei compagni e del preside. Guarita, Patty torna a casa, Baker l'accompagna ma non riesce a capire quale segreto la tormenti. Lo capirà più tardi, quando, entrato in contrasto col padre che è riuscito a farlo riammettere al collegio che lo aveva espulso, sarà Patty stessa a raccontargli di essere stata testimone della morte di un noto giocatore di baseball in seguito ad un incidente sull'auto che aveva appena rubato. Tra i due ragazzi è ormai nato un forte amore, che rappresenta per entrambi la prospettiva di un nuovo futuro. Al posto di polizia, dove Patty si è recata per confessare quanto ha visto sull'incidente, i genitori intimano a John di non vedere più la ragazza. ma, al momento opportuno, i due scappano e, su un'auto in attesa fuori, fuggono lontano.
Anno: 1996
Colore: A colori
Durata: 90
Titolo originale: Boys
Formato: Wide screen
Produzione: Polygram filmed (peter frankfurt, erica huggins, paul feldsher)
Distribuzione: Iif - columbia tristar home video
Origine: Stati uniti
Tratto da: Tratto dal racconto "Twenty minutes" di james salter
"Ispirandosi alle otto paginette di 'Twenty Minutes', un brevissimo racconto di Jarnes Salter, la sceneggiatrice-regista Stacy Cochran ha realizzato 'Boys' rimpolpando l'esiguo materiale con scenette di vita collegiale in chiave di commedia giovanilistica, sia pur venata di qualche inusuale asprezza; mentre il film accenna appena al dubbio passato di Patty, limitandosi a svelare in forma di thriller dai risvolti poco appassionanti il mistero che la circonda. Insomma, 'Boys' è un romanzo di formazione dalla fisionomia incerta; e se Winona Ryder sa imprimere struggente fragilità al suo ennesimo personaggio di sballata, all'acerbo Lukas Haas (era il ragazzino di "Witness", manca per ora il carisma del protagonista". (Alessandra Levatesi, 'La Stampa', 2 giugno 1997)
"Temi quasi senza età, già raccontati mille volte, magari con altre differenze anagrafiche (ricordate quei film d'inizio Sessanta, con il giovane Paul Newman che finiva tra le braccia di una donna sempre più matura?). Qui funzionano a spazzi: sinceri quando descrivono i turbamenti di un adolescente alle prese con la sua voglia di liberarsi da tutte le tutele, scontati quando raccontano i vizi e le tentazioni di questa nuova 'gioventù bruciata'. Con il risultato di soffocare anche gli sforzi dei due protagonisti e di far scivolare il film verso un happy ending quasi irritante. Acerbo". (Paolo Mereghetti, 'Sette del Corriere della Sera', 6 febbraio 1997)