Anno: 2003
Colore: A colori
Durata: 97
Titolo originale: Per sempre
Formato: Wide screen
Produzione: Marco poccioni e marco valsania per rodeo drive, rai cinema
Distribuzione: 01 distribution
Origine: Italia
"Piacerà a chi ammira il cinema pulito, ben fatto, su un piano di costante di dignità di Andrea di Robilant ('Il giudice ragazzino'). Incuriosirà anche per il ritorno alla sceneggiatura cinematografica, dopo oltre 20 anni, di Maurizio Costanzo". (Giorgio Carbone, 'Libero', 26 settembre 2003)
"Sempre più bella e interessante l'attrice Francesca Neri rappresenta insieme con Giancarlo Giannini il punto di forza del film scritto da Maurizio Costanzo che, in passato co-sceneggiatore di Pupi Avati e di 'Una giornata particolare' di Scola, da molti anni non lavorava per il cinema". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 26 settembre 2003)
"Impreziosito dalle luci di Maurizio Calvesi e dalle scenografie di Osvaldo Desideri, 'Per sempre' di Alessandro di Robilant gira e rigira senza trovare un centro, ossessivo come il protagonista, per sferrare l'affondo nella seconda parte. (...) Scritto da Maurizio Costanzo con Laura Sabatino, 'Per sempre' esplora la materia vischiosa indagata dall'antropologo Franco La Cecla in 'Lasciami' giocando su due tavoli: psicologia o parapsicologia? Se storie e caratteri individuali sono sfocati, l'idea del fantasma era interessante ma resta a metà. Forse perché è un genere che in Italia si mastica poco". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 settembre 2003).
"Giancarlo, il più grande attore che abbiamo, sa come trasmettere un disagio che presto si tramuta in malattia e nonostante le cure del dottor Emilio Solfrizzi lo fa morire. A questo punto il fulcro diventa lei e la vicenda trascorre dall'amour fou al paranormale, con allucinanti ritrovamenti di amorose reliquie, fino a completare la simmetrica distruzione di coppia. Patologico e metafisico, 'Per sempre' è un tentativo all'italiana di fare qualcosa alla Ingmar Bergman". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 27 settembre 2003)
"In un paese e in una cinematografia dove sono stati trascurati fior di scrittori per il cinema, improvvisamente la presenza dello sceneggiatore diventa importantissima e autorialissima. Non sarà perché la firma di soggetto e sceneggiatura è di Maurizio Costanzo? Nome potente, ma sceneggiatore della domenica (...) Onesto regista, attore di primissimo ordine. Neri in parte. Ma il film nel suo complesso è fragile come un castello di carte". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 ottobre 2003)