Anno: 2005
Colore: A colori
Durata: 82
Titolo originale: Red eye
Formato: Wide screen
Produzione: Dreamworks skg, bender-spink inc., craven-maddalena films
Distribuzione: Uip
Origine: Stati uniti
"Ma dov'è finito Freddy Krueger e l'Uomo Nero-Robert Englund? E dove hanno nascosto l'horror? Lui, Wes Craven, maestro del genere fino all'altro ieri, dice che oggi in America la paura si ferma ai fantasmi. Di più la censura non concede. Dunque addio brivido generazionale, quello che nei '70 ha partorito 'Le colline hanno gli occhi', negli '80 ha inventato 'Nightmare' e nei '90 la serie di 'Scream'. Nel suo ultimo 'Red Eye' l'horror si annacqua nel thriller che diluisce la suspense e raramente gioca d'anticipo. La nuova miscela che ne scaturisce si avvicina pericolosamente alla "normalità" da telefilm con brivido patinato. Il maestro Craven, che negli ultimi anni ha amato diversificare temi e regie, arrivando persino al mieloso 'La musica del cuore' e all'incolore 'Cursed', stavolta ambienta la sua storia al novanta per cento dentro un aereo diretto a Miami. (...) La nostalgia della tanto rudimentale quanto adrenalinica serie degli 'Airport' anni 70 ci attanaglia."
(Leonardo Jattarelli, 'Il Messaggero', 21 ottobre 2005)
"Wes Craven, ex professore di letteratura con laurea in filosofia, maestro dell'horror splatter e poi sofisticato, creatore di prototipi di successo come 'Nightmare' e 'Scream', ci regala un film ad alta tensione e ad alta quota. 'Red Eye' è un thriller psicologico-demoniaco che si svolge prevalentemente in un aereo di linea diretto a Miami. Craven ha costruito i suoi horror sui sogni e gli incubi dei giovani e anche qui mette in cortocorcuito sentimenti e sensazioni che si agitano nei due protagonisti, Lisa Reisert e Jackson Rippner, che si conoscono all'aeroporto di Dallas. (...) Le turbolenze che accompagnano il volo diventano un dettaglio rispetto al misto di angoscia di cui è vittima, ma saprà trasformarsi in donna spericolata. Sintonizzandosi sulla psicosi del terrorismo, Craven fa interagire il filone degli ostaggi con quello in voga del telefono come veicolo di morte iniettando con mestiere dosi di suspense hitchcockiana (magistrale il prologo all'aeroporto). Un thriller asciutto e essenziale con due ottimi interpreti." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 22 ottobre 2005)
"Riciclaggio ma non rottamazione del maestro Wes Craven dal genere horror al thriller, con una bella storia di suspense claustrofobica di 1 ora e 25, per tre quarti in aereo sulla rotta notturna per Miami (red eye perché si arriva con gli occhi rossi). (...) Il film è denso, ben recitato, ha ottimi tempi inconsci, allegretto e crescendo di paura, anche se lo script non è memorabile. La tensione invece è iper tensione, la forzata convivenza offre intera la casistica dell' ostaggio che le prova tutte per liberarsi, mentre il finalissimo è un gran rincorrersi col mostro fra le stanze di un appartamento, come nel miglior Scream." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 21 ottobre 2005)