Anno: 2001
Colore: A colori
Durata: 0
Titolo originale: Lara croft tomb raider
Produzione: Paramount pictures - lawrence gordon productions - core design - mutual film company
Distribuzione: Eagle films - dvd: eagle pictures
Origine: Stati uniti
Tratto da: Personaggi dell'omonimo videogioco
"Ogni Natale ha la sua croce, al cinema. La croce del 2001 è 'Lara Croft-Tomb Raider'. E per ragioni così ovvie che ci si vergogna a dirle. Che senso ha trarre un film da un videogame? Perché starsene seduti a guardare la brutta copia di un'eroina che vive nella nostra fantasia e sotto i nostri polpastrelli? Il regista Simon West le prova tutte. Più azione, più trovate, più efferatezza. Ma manca una chiave narrativa (tranne far fare a Jon Voight, suo vero padre, il padre di Lara Croft) che leghi il tutto e il film naufraga nel tedio, almeno per gli adulti. L'emozione più forte, a pensarci bene, devono averla provata gli indù, giustamente furiosi perché nel film la statua di una loro divinità diventa una creatura omicida e viene pure uccisa". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 dicembre 2001)
"L'estetica del suo cinema il regista Simon West l'ha imparata sui sussidiari del perfetto videoclip: da una bella composizione all'altra, col cuore freddo. Il film vale naturalmente il biglietto per i fan dell'originale Lara Croft e anche per quelli di Angelina Jolie, di cui non si può disconoscere la forza erotica e umanamente trasgressiva. Prendiamola allegramente come simbolo guerresco di una stagione trionfante per le donne sul grande schermo: da Nicole Kidman ai tormenti di 'Bridget Jones', in attesa di 'Il favoloso mondo di Amelie' e della strepitosa Gwyneth Paltrow di 'Shallow Hal'. Nel ruolo dell'assistente arruffone c'è Noah Taylor, faccia da freak in decisa ascesa". (Piera Detassis, 'Panorama', 20 dicembre 2001)
"Sarebbe demente pretendere credibilità da un film come 'Tomb Raider', replicante di un modello cibernetico dove si farnetica di viaggi nel tempo e di oggetti magici come la lampada di Aladino. Però non basta cavarsela con una scena d'azione ogni quarto d'ora e pretendere di incatenare lo spettatore alla poltrona quando la regia non trasmette emozioni, il montaggio rapidissimo non ha né capo né coda, la supereroina è troppo 'super' per fare simpatia e gli effetti speciali, dopo 'Matrix',appaiono arretrati. Sprecati Noahn Taylor e Jon Voight, papà di Angelina nella vita, messo lì come una pura strizzata d'occhio". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 16 dicembre 2001)
"Tratto dal videogioco inglese che dal 1996 ha venduto nel mondo 21 milioni di pezzi, ribattezzato 'Indiana Clones' per la fedeltà con cui imita le imprese di Indiana Jones, il film è puerile ma dinamico, veloce, spericolato, divertente". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 21 dicembre 2001)
"Con un'immagine glamour si tenta di sfidare la pazienza dello spettatore, perché la storia convenzionale e prevedibile, al posto del percorso a premi, è il vero problema. L'archeologa nata da una costola di Indiana Jones affronta la sfida suprema: un antico oggetto è stato separato, la sua ricomposizione, ambita da nemici letali, è in grado di racchiudere un potere infinito. Lance, fiamme e piroette, dirette dal cineasta muscolare Simon West ('Con Air') non riescono a attenuare la noia, che negli Stati Uniti è stata però perdonata, comunque capace di tenere in sala ragazzi per 250 miliardi di lire". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 21 dicembre 2001)